ADHD, neurodivergenze e diritti negati – intervista a SOS Donna, Radio Amore Catanzaro
In questa puntata speciale del programma radiofonico SOS Donna, andata in onda il 12 maggio su Radio Amore Catanzaro, ho avuto il piacere di confrontarmi con Ada in un dialogo ricco di emozioni, consapevolezza e denuncia civile.
Abbiamo parlato di ADHD, di neurodivergenze spesso ignorate o mal interpretate, di giovani invisibili intrappolati in diagnosi sbagliate e trattamenti inefficaci. Racconto – in forma anonima – la storia di un ragazzo che, come tanti, rischiava di perdere sé stesso a causa di un sistema sanitario e scolastico impreparato.
Condivido la Scaletta per la trasmissione:
1. Introduzione generale sull’ADHD
Cos’è il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD)
Prevalenza: circa il 7% della popolazione adulta mondiale (dato OMS)
Distinzione tra ADHD in età evolutiva e ADHD in età adulta
Neurodivergenza ≠ patologia da curare → ma cervello che funziona con un altro ritmo
2. ADHD nell’infanzia vs. ADHD negli adulti
Comportamenti visibili nei bambini (iperattività, disattenzione, impulsività)
Nei giovani e negli adulti può presentarsi in modo diverso: stanchezza cronica, ansia, depressione, fatica a mantenere relazioni/studio/lavoro
ADHD e genere: come si manifesta diversamente nei maschi e nelle femmine (maschi più "esternalizzanti", femmine spesso ignorate)
3. Diagnosi differenziale e comorbidità
Differenza tra ADHD e altri disturbi psichiatrici: personalità borderline, disturbi del comportamento, DOP, depressione maggiore, PTSD
ADHD spesso confuso con aggressività, disobbedienza o problematiche educative
Rischio di ricevere diagnosi e cure sbagliate → conseguenze gravi sul piano psicologico e sociale
4. Storia anonima
"Un ragazzo di 18 anni, con una diagnosi ADHD già certificata all’estero da anni. Tornato in Italia, viene completamente ignorato dal sistema sanitario. Invece di ricevere un trattamento adeguato, viene più volte ricoverato in reparti psichiatrici senza che si consideri l’ADHD. Le cure somministrate – ansiolitici e antipsicotici – lo stordiscono e lo fanno sentire perso. Un giorno tenta il suicidio. È vivo, ma il suo diritto alla salute è stato negato. Oggi riceve un intervento educativo comunale una sola ora a settimana."
5. Carenze del sistema sociosanitario
Mancanza di equipe multidisciplinari per la neuropsichiatria in età adolescenziale
Scuola impreparata (PDP non applicati, poca collaborazione con le famiglie)
Integrazione con servizi sociali quasi inesistente
Sanità pubblica che non riconosce le diagnosi estere → i percorsi vengono azzerati
Servizi psichiatrici adulti non formati sull’ADHD → rischio trattamenti inappropriati
6. Farmacosorveglianza e criticità terapeutiche
In Italia pochissimi specialisti autorizzati a prescrivere farmaci specifici per ADHD (es. metilfenidato)
Ritardi nei trattamenti farmacologici → aumento delle comorbidità
Rischio di abuso di antipsicotici / benzodiazepine nei giovani con ADHD non riconosciuto
Mancanza di protocolli condivisi per il monitoraggio degli effetti farmacologici
7. ADHD e diritti: una questione politica e culturale
Le persone neurodivergenti hanno diritto a una cura appropriata, personalizzata, non stigmatizzante
Occorre formare insegnanti, operatori sociosanitari, educatori
Necessaria una rete tra scuola – sanità – famiglia – servizi sociali
Il caso di cui ho parlato è uno tra tanti. Ma parlarne può accendere il cambiamento.
8. Chiamata all’azione
Invito all’ascolto, all’empatia e al rispetto della complessità
Necessità di promuovere informazione, sensibilizzazione e diritti
Possibilità per gli ascoltatori di fare domande e portare la loro voce
9. Comportamenti cluster nei giovani con ADHD
🔹 Cosa significa “comportamenti cluster”
Si tratta di manifestazioni comportamentali che non si presentano in modo isolato, ma in gruppo (cluster), rendendo difficile capire cosa sia una caratteristica dell’ADHD e cosa invece appartenga a una comorbidità o a un'esperienza traumatica.
🔹 Esempi frequenti nei giovani ADHD
Agitazione emotiva e impulsività → scambiata per disturbo borderline.
Comportamenti oppositivi o provocatori → scambiati per disturbo della condotta (DOP).
Cali di attenzione improvvisi, blackout dissociativi → interpretati come psicosi.
Comportamenti a rischio (es. autolesionismo, abuso di sostanze, gioco d’azzardo) → trattati come dipendenze isolate.
Depressione mascherata da rabbia o ritiro sociale.
🔹 Le radici spesso ignorate
Molti comportamenti sono risposte adattive a:
mancanza di comprensione dell’ADHD;
frustrazione scolastica o familiare;
stigma e isolamento sociale;
fallimenti ripetuti → perdita dell’autostima.
🔹 Perché è pericoloso non riconoscerli come parte del “profilo ADHD”
I giovani vengono incasellati in percorsi psichiatrici pesanti senza essere compresi.
I farmaci vengono somministrati in modo sintomatico, senza una diagnosi precisa.
Si rinforza l’idea che siano “problematici” e non “divergenti” con un bisogno specifico di supporto.
🔹 Cosa serve?
Formazione per neuropsichiatri, psicologi e educatori sui profili ADHD atipici.
Approccio multidisciplinare e longitudinale: vedere il quadro completo e nel tempo.
Coinvolgimento della famiglia nel leggere e contestualizzare i segnali.
Pazienza, non punizione: molti comportamenti sono richieste di aiuto non espresse.
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🌈🌻❤️
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