Dossier m.a.R.c.i. - Movimento Artistico Radicante Contro le Ingiustizie
1) Identità del Movimento
Nome ufficiale: m.a.R.c.i. – Movimento Artistico Radicante Contro le Ingiustizie
Struttura di riferimento/contenitore politico-poetico: Houselab
m.a.R.c.i. nasce come movimento artistico-culturale e civico-sociale, che utilizza linguaggi creativi, simbolici, poetici e nonviolenti per produrre trasformazione sociale, sensibilizzazione e processi collettivi di consapevolezza.
È un movimento che mette al centro la cura estetica e la cura del mondo, riconoscendo che l’arte è strumento di liberazione, decostruzione, educazione comunitaria e giustizia. Houselab ne è l’incubatore politico-poetico, laboratorio vivo permanente dove l’arte è tecnologia sociale e mezzo di relazione.
m.a.R.c.i. non è contro le professioni della sicurezza, né contro le forze militari in quanto esseri umani e lavoratori, ma contro l’ideologia della guerra, della propaganda bellica, dell’addestramento culturale al conflitto. Il movimento difende la dignità delle alternative professionali della pace e chiede che queste abbiano pari diritto ad entrare nelle scuole come oggi avviene con le forze armate.
(«Ogni uomo al suo lavoro», Thomas Stearns Eliot)
2) Visione e Valori
m.a.R.c.i. si fonda su una nonviolenza poetica, trasformativa e pedagogica. La nonviolenza non è solo metodo, ma linguaggio, sguardo, postura del corpo nel mondo. È un processo di apprendimento collettivo che riduce il danno, apre possibilità, crea alternative, agisce sulla realtà senza replicare le forme della violenza.
L’arte non è decorazione: è infrastruttura educativa. È strumento concreto di comunità, cura, crescita civica, elaborazione dei traumi, trasformazione dei conflitti.
La Visione: - la pace non come assenza di guerra, ma come architettura attiva che si costruisce nella società, nelle scuole, nelle strade, nelle relazioni - una cultura pubblica dove l’immaginazione diventa competenza democratica - una pedagogia sociale che restituisce agency, responsabilità, pensiero critico e presenza - una responsabilità globale radicata nella comunità locale
I Valori: - dignità umana come principio non negoziabile - diritto all’educazione alla pace - giustizia come pratica quotidiana e non parola astratta - rigenerazione sociale attraverso arte, ascolto e dialogo - radicamento nella comunità locale connesso ad una responsabilità globale
3) Narrazione politico-poetica del Movimento
m.a.R.c.i. nasce per trasformare le ferite del territorio in processi di cura collettiva. Non per cancellarle, ma per farle parlare in altre forme: attraverso l’arte, attraverso gesti simbolici, attraverso comunità che si riconosce parte viva della costruzione del proprio futuro.
Viviamo in un territorio dove antiche ingiustizie, abitudini di subordinazione, forme di paura appresa e normalizzata hanno lasciato tracce profonde nei corpi, nelle famiglie, negli spazi urbani, nelle storie. m.a.R.c.i. non combatte queste ferite con la guerra o con l’odio: le attraversa, le rende materia creativa, le capovolge in ricerca, ascolto, presenza, costruzione.
La cura diventa linguaggio politico: l’arte diventa mezzo per riattivare gli immaginari, facilitare l’autocoscienza civica, aprire strade nuove dove sembrava non esistere alternativa.
Houselab è la radice in cui questo processo prende forma: spazio lento, spazio permeabile, spazio che unisce generazioni. Qui la politica non è propaganda: è gesto concreto di comunità che si prende responsabilità reciproca. Qui la poiesis diventa prassi educativa.
m.a.R.c.i. opera per ridare valore al tempo umano, al lavoro umano, alla parola che costruisce e ripara, alla città che torna a essere bene comune. È un movimento radicante perché non fugge il territorio, non lo elude: lo rielabora da dentro, con delicatezza, coraggio e visione.
(«La realtà va accolta senza cedere alla rassegnazione»)
4) Il Territorio Ferito
Il territorio ferito non è solo geografico: è psicologico, culturale, simbolico.
È un territorio violento, mediocre, rassegnato, fatalista, anestetizzato, abbandonato, colonizzato troppe volte, che si identifica con miti del passato che schiacciano l’identità della popolazione nel qui ed ora. È territorio perbenista, baronale, vittimista, impaurito.
m.a.R.c.i. nasce per interrompere questo incanto tossico della rassegnazione.
Non per urlare contro, ma per creare oltre. Non per ferire, ma per rendere visibile la ferita fino a trasformarla. Rendere l’immaginazione capace di nuovo futuro possibile, reale, concreto, incarnato.
5) Missione Operativa / Metodologia d’Azione
La linea d’azione principale di m.a.R.c.i. è l’arte come denuncia e decostruzione narrativa delle forme di abuso sociale, culturale, psicologico e simbolico che producono ingiustizia sul territorio.
Non si interviene con linguaggio ostile o oppositivo frontale. Si interviene con linguaggi poetici, evocativi, perturbanti, che rendono evidente l’assurdo, la mediocrità, la violenza normalizzata.
La denuncia artistica non espone, ma smonta. Non predica, ma ri-orienta. Non accusa, ma disinnesca i meccanismi che rendono l’ingiustizia legittima, accettabile, invisibile.
Questo approccio permette di superare la subcultura della rassegnazione, del silenzio, del “così è sempre stato”, che è uno dei terreni più profondi e radicati delle ingiustizie sistemiche nei territori fragili.
Linguaggi centrali d’azione:
suono
corpo
scrittura poetica
pittura urbana
costruzioni materiche
musica improvvisata
assemblee cittadine negli spazi pubblici
recupero di spazi urbani
riciclo creativo
invito a rallentare e ridurre il superfluo
valorizzazione delle capacità umane
promozione del dialogo tra generazioni
arte come cura
6) Perché serve un nuovo movimento adesso
Viviamo in una fase storica in cui gli strumenti educativi tradizionali non riescono più ad agire realmente sulla trasformazione delle coscienze e dei comportamenti. I dispositivi classici non bastano a prevenire, sciogliere o disinnescare la spirale invisibile che conduce alla rassegnazione, alla violenza normalizzata, alla dissociazione collettiva.
L’illegalità culturale radicata, la subcultura della sopraffazione e la logica del potere come unica grammatica praticabile, hanno prodotto una condizione psicologica diffusa in cui la gente si ammala odiando e risponde in maniera violenta. È una forma di trauma sociale cronico, non riconosciuto, non elaborato, che si autoalimenta.
Per questo serve un nuovo movimento adesso: perché senza nuove tecnologie simboliche, poetiche, artistiche e comunitarie, non esiste reale possibilità di rigenerazione. m.a.R.c.i. nasce per restituire immaginazione politica incarnata, per riportare alle persone la capacità di scegliere come stare nel mondo, senza riprodurre automatismi di violenza e dominio.
L’arte è l’unico spazio capace oggi di produrre discontinuità reale, non come protesta ma come ri-progettazione dell’umano possibile.
Concepito, scritto e redatto da
Clorinda De Maio
Crotone lì, 07.11.2025



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